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Finissage | Corte Grande | Igor Imhoff

Aggiornamento: 31 lug 2020

27-7-2020 Allestimento Una serie di cubi di legno stampati con QRcodes sono sparsi nella Corte Grande, per segnalare cinque hot-spot che attivano altrettante esperienze in Realtà Aumentata. Tra gli hot-spot selezionati, una nicchia nella parete della Corte che diventa la cornice architettonica di una Chiara Ferragni in versione 3D, con tanto di botticelliana conchiglia. Il tombino al centro della Corte aggancia invece una serie di sagome umane che si agitano e si compenetrano, in una sorta di ironico assembramento sedizioso. Ma l'hot-spot più interessante è sicuramente una piantina selvatica che cresce tra le pietre del pavimento, a cui abbiamo collegato l'immagine di una statua di marmo che crolla in pezzi e subito si ricompone. La statua che non vuole cadere è collegata per sempre all'elemento più effimero e transitorio dello spazio affidato alle cure di Igor Imhoff.

Igor Imhoff - Corte Grande - Transizione Transizione è la prima parola che mi viene in mente riguardo al progetto. Il luogo è reale, eppure non ho ancora avuto modo di viverlo. Non è molto diverso dai mondi, questa volta virtuali, con i quali sono solito approcciarmi. La mia stanza è un luogo aperto e di passaggio dal quale è possibile rivolgersi al cielo. Ancora transizione dal virtuale, alla ricerca di un punto di contatto dove si intersecano vari livelli di realtà.

Ho sempre pensato che un luogo come questo non debba necessariamente simboleggiare qualcosa, ma accompagnare con leggerezza il visitatore, popolando, grazie alla realtà aumentata, la corte di mostriciattoli dalle forme più disparate e bizzarre. Personaggi non raccontano nulla di nuovo, non svelano misteri . Rispondono solo ad una esigenza, questa volta terapeutica e al di fuori di ogni vincolo, di muovermi con assoluta libertà e senza dare un senso al lavoro, esattamente come l’epoca che stiamo tutti vivendo…




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