ENDECAMERON21
INCUBATIO | INCUBAZIONE
Endecameron20 residenza sperimentale arte contemporanea per progetto Endecameron | Italia
SILVIA CIGNOLI | SILVIA DE GENNARO | FRANCESCO DIMITRI | IGOR IMHOFF | MARCANTONIO LUNARDI | PAOLA MINEO | PAOLA ROMOLI VENTURI | VESTANDPAGE
PAOLA MICHELA MINEO | PERFORMANCE ART | STANZA DELL'ACQUA
Paola Michela Mineo è un'artista visiva che vive e lavora tra Milano e Pietrasanta; nel corso dei suoi anni di ricerca “ ha elaborato un nuovo linguaggio scultoreo, frammentario ma vivo, dinamico ed empatico “ (G.L.).
Si laurea in Architettura tra il Politecnico di Milano e quello di Atene, e proprio in quegli anni inizia a rielaborare il significato del calco dal vero, utilizzandolo in maniera diversa da quello della tradizione scultorea: il calco umano non come “copia” di corpi, sculture o strutture architettoniche, ma come elemento stesso dotato di valore, medium di una storia, il calco come ritratto dal vero di frammenti di identità.
Anche il tema del frammento archeologico e dell’incompiuto si radicano in quegli anni di studi rimanendo fino ad oggi i capisaldi di un linguaggio interdisciplinare che spazia dalla performance art alla fotografia, dalla scultura più pura alle installazioni. Tutti mezzi espressivi di un’arte relazionale perché il rapporto diretto tra l’artista e il suo soggetto/oggetto ritratto fluisce nella relazione finale col pubblico, che interagisce con l’opera come fosse una “struttura gestuale”, un dispositivo (il calco) carico di vita e di storia, da vivere in prima persona e, quindi, reinterpretare. Ha sempre avuto talento nel riconoscere la bellezza, anche nelle persone o situazioni peggiori. Nel tempo ha compreso che era ed è sua responsabilità renderla visibile e sperimentabile a più persone possibili.
Negli anni ha esposto il suo lavoro al Salone Donatello della Basilica di San Lorenzo a Firenze, al Museo degli Ipogei di Trinitapoli, al Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori, al Museo e Laboratorio di Arte Contemporanea a Roma (MLAC).
A Milano ha portato il suo lavoro alla Fondazione Marco Mantovani, ed è stata invitata dall'Università IULM ad esporre come artista junior a fianco dello scultore Helidon Xhixha, durante il progetto IULM Open Air. Nel 2011 ha lavorato sul tema dell’immigrazione con un viaggio a Lampedusa; si è calata nella realtà locale ponendo la sua attenzione sull’eccezionale grado di accoglienza dei lampedusani e ha progettato un percorso artistico che li vedeva protagonisti, con l’intento di culminare il racconto esperienziale in un monumento itinerante dedicato all’isola e ai suoi speciali abitanti.
Il progetto è rimasto sulla carta, ma l’artista inizia sempre di più ad approfondire realtà sociali a lei oscure e difficili approdando, nel 2012, all’ideazione e realizzazione di Impronte Sfiorate. L’ispirazione è nata dall’esperienza decennale che Paola ha sviluppato sul tema della gravidanza e della maternità, ed è il risultato creativo di un lungo periodo vissuto in un carcere sperimentale proprio per neo mamme (I.C.A.M.).
In questo tempo l’artista ha costruito relazioni, coinvolto, lavorato ed interagito con educatori e detenute madri, restituendo in una partecipata e innovativa mostra la trasformazione di alcune di loro, da recluse senza volto a vere co-protagoniste di performance di arte contemporanea.
Impronte Sfiorate viene esposta due anni dopo allo Spazio Oberdan di Milano, da luglio ad ottobre 2014: promossa dalla Provincia di Milano, patrocinata dal Ministero della Giustizia, dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano e accompagnata da una lettera della Presidenza della Repubblica (che ne ha proclamato il valore sociale e culturale) ha portato ottimi risultati nella sensibilizzazione del numeroso pubblico.
L’artista si spende personalmente in iniziative con le scuole, laboratori per bambini, visite guidate, e lì comprende ancora di più la potenza del suo percorso relazionale. Da allora è sempre più riconosciuta la sua sensibilità, che partecipa a quel mutamento che nell’arte contemporanea vede il passaggio di concentrazione dall’oggetto d’arte al processo che l’ha generato e a quello relazionale.
Nel 2015 ha progettato per La Vigna di Leonardo un’installazione dedicata al giardino di Casa degli Attellani, ed è stata nominata direttore artistico nel 2016 di #waitingwalkingwater, evento organizzato in Franciacorta per l’azienda vinicola La Montina, durante The Floating Piers di Christo e Janne-Claude.
Nel dicembre del 2016 ha fondato con l’artista italiana Francesca Fini, Performance Art tv, la prima “social tv” in Italia dedicata alla diffusione in diretta streaming sui social network di azioni performative; anch’essa potente piattaforma di studio e sperimentazione sociale delle nuove relazioni sociali del web. Coerentemente ed in prosecuzione con il suo percorso di ricerca, sta attualmente affrontando con un analogo processo creativo sviluppato all’I.C.A.M., l’ambito delle malattie degenerative (in particolar modo il morbo di Alzheimer).
Si sta occupando di diffondere il suo approccio artistico insegnandolo attraverso dei workshop performativi in diversi ambiti, da quello scolastico ed aziendale (teambulding, conferenze internazionali) a quello più meramente museale.