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Artista | Paola Mineo

Stanza dell'Acqua

Il Castello ha un rapporto complicato con l’acqua. Da un lato si erge su uno spuntone di Roccia a picco sulla Valle del Turano. Si tratta di un Castello roccioso, quindi, anche perché le sue forme sono potenti, spigolose e hanno la forma pietrosa della roccia. Da un altro punto di vista però, il Castello riposa sull’acqua. Ovunque, nel Castello, ci sono grandi cisterne che intrappolavano - e intrappolano -  l’acqua. Ce ne sono tre: una all’esterno, sotto i giardini sospesi, un’altra sotto la Corte Grande, e la terza nella Stanza dell’Acqua, la corte più piccola, nel cuore dell’ala Nord. 
 

La Stanza dell’Acqua è l’unico punto del Castello dove però quest’acqua, dove il Castello ‘galleggia’, affiora in superficie, in una vasca trapezoidale che lascia filtrare dal basso l’acqua piovana raccolta nella pancia del Castello. C’è naturalmente in questa presenza dell’acqua una complessità di elementi: quello più rilevante è che, se il Castello ha la forma di uno scorpione, questo affiorare dell’acqua è forse un omaggio alla natura scorpionesca e acquatica che abita il Castello roccioso. Anche qui notiamo la molteplicità di messaggi che contiene questa costruzione, nella sua identità ibrida che implica l’essere una cosa e il suo opposto, l’acqua e la roccia. E anche qui, come nella Corte Grande, se alziamo gli occhi vediamo il cielo, a creare una continuità senza mediazione tra il mondo sotterraneo da dove viene l’acqua, la superficie (questa volta d’acqua e non di terra), e il cielo.

Apertura della Stanza dell'Acqua | sesto giorno di residenza Endecameron20, 22/7
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